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INTERPELLANZA
a proposito del quarantesimo anniversario di Maggio-Giugno 1968
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Essa deriva da un’ingiunzione, affermazione, invito inscritto su un muro nel
corso della fine degli anni sessanta. Questo muro, a Parigi, era posto dietro a un
albero e l’ingiunzione era semplicemente
regardez l’arbre
(
guardate l’albero
)
1
, con
una freccia che lo collegava alla scritta, al fine di ben designarlo, di significarlo.
L’albero indica ciò che noi abbiamo perso. Egli mostra di sfuggire alla
reclusione testimoniata dal muro, poiché lo sorpassa e si dispiega al di sopra. Vive a
dispetto della nostra follia, ma è ugualmente minacciato dal progredire del
rinchiudersi umano-femminile connesso all’esclusione delle forme di vita altre da
Homo sapiens, per perdita della continuità con tutto ciò da cui egli proviene: il
processo di vita.
Che mira aveva lo scrittore o la scrittrice anonima, quale desiderio immenso
lo/la abitava e quale riconoscimento infine della potenza della vita egli/ella
testimoniava?
Qui, nessun détournement, ma una interpellanza: uomo, donna, tu sei nella
reclusione, tu sei davanti al muro della tua speciosi-ontosi; allora guarda l’albero, la
sua immediatezza, la sua concretezza, poiché ciò può incitarti a uscire dalla tua
erranza millenaria.
L’ingiunzione-invito summenzionato si impone come il disvelamento di una
prospettiva, di un’evidenza e freme di una gioia intensa, quella, soprattutto, di
sfuggire all’orrore circostante, avendo incontrato ciò che non gli è riducibile pur
essendogli coesistente.
Io vivo nell’orrore di questo mondo ma gli sfuggo e l’albero mi aspira e mi
ispira poiché egli non è semplicemente il supporto della fuga ma testimonia della
necessità-validità della mia uscita dall’erranza e del mio desiderio di continuità con
tutto ciò che vive.
Questo pensiero portatore di gioia, profondo, che emoziona per il fatto della
continuità – anche se inconsapevole – in seno a colui o a colei che lo enunciò,
pensiero dispiegato su questo muro banale, non immediatamente minaccioso, ma
irriducibile, pone una fermata, ma non impone.
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Questa immagine dell’albero e del muro con il pensiero che gli è affidato,
esprime e testimonia di un immenso desiderio che non perviene a rivelarsi: andare al
di là di ogni repressione.
Venerdì 04 aprile 2008
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1
La foto apparve in
Le Monde
con il titolo:
L’immagine nell’immagine
, di Martine Frank. Ho
conservato la foto, ma non la data di uscita del giornale. Non mi ricordo se un testo la
accompagnava.